Doverosa precisazione: con questo articolo non intendo sostituirmi a nessuna figura professionale tantomeno intendo fare diagnosi.
La chirologia è un modo per indagare dentro sé stessi attraverso le proprie mani, sta poi ad ognuno di noi intraprendere un percorso di guarigione una volta capito o presunto di avere un problema o una ferita da risolvere.
E’ da quando ho iniziato a leggere le mani nel 2008 che mi preoccupo del significato delle isole e dei tracciati a catena, che sono rappresentati nella maggior parte dei libri come i segni negativi per eccellenza.
Come sono fatti?
Un’isola è una conformazione, su una linea qualsiasi e a qualsiasi altezza, a forma di occhio.
Un tracciato a catena è una conformazione di una linea qualsiasi creata da una successione di isole.


Cosa vogliono dire?
Sono, a mio parere, i segni che contengono più informazioni riguardo a episodi traumatici, stati di ansia, di tensione, di sfiducia; e in qualche modo sembra che ognuno di noi le registri a modo suo, che non ci sia un significato univoco e, soprattutto, il livello di trauma non sia per forza di alta entità, ma possono essere associati anche a qualcosa di piccolo che però dentro di noi risuona come un macigno.
In tutti questi anni ho perciò cercato di suddividere, in base alla loro comparsa sia a livello di altezza e quindi di datazione, sia a livello di linea e quindi di area specifica, quali possono essere le tematiche che questi segni raccontano, e soprattutto perché è importante consapevolizzarli per poter fare un lavoro più approfondito sulla risoluzione di alcune ferite che ci portiamo dietro, alle quali non sappiamo necessariamente dare il giusto peso.
In questo articolo intendo fare un esame minuzioso delle isole e di alcuni tracciati a catena che compaiono nelle linee principali in particolare, e cercherò, nel massimo delle mie capacità, di provare a datarli, in modo che confrontando le tue mani, tu possa anche capire a livello temporale a quale evento nella tua vita si possano riferire.
Anticipo da subito che non è detto che tu ti debba ritrovare in ogni descrizione.
Piuttosto ti invito a ragionare su cosa ti risuona e su cosa potrebbe voler dire per te nel caso in cui non trovassi la descrizione che più si avvicina alla tua esperienza di vita personale.
Sulla Linea della vita
L’indizio più rappresentativo e potente che possiamo trovare per capire se possediamo dei traumi passati si trova all'inizio della linea della vita e della testa, quando questo tratto compare unito per una lunghezza che supera i 2 cm circa, presentando isole o tracciato a catena, come in questa foto.

I significati di questa configurazione sono vari, non sono uguali per tutti, per ognuno di noi questa configurazione rappresenta qualcosa, ma ho scovato delle tematiche predominanti, concentrate soprattutto in una fascia di età che abbraccia infanzia e adolescenza. Metto qui sotto la foto della datazione della linea della vita per avere un’idea più chiara di cosa parlo.
Ovviamente la datazione serve solo a collocare le configurazioni nel tempo, non serve a capire la longevità di una persona.

Le tematiche predominanti della configurazione testa-vita unite sono:
mancanza di sicurezza (esposizione alla critica continua, essere validati solo quando si è ottenuto un risultato, mancanza di ascolto, mancanza di guida negli stati emotivi, mancanza di educazione),
tensioni in casa (litigi tra genitori, allontanamento di un genitore, abbandono, lutto),
tensioni e difficoltà nei contesti sociali (vivere il periodo scolastico con disagio e insicurezza, vivere i rapporti sociali con disagio e insicurezza, bullismo, essere messi da parte e giudicati),
impossibilità di esprimere sé stessi ( e di fare alcune cose autonomamente, di imparare ad essere indipendenti, di fare esperienze, iperprotezione con conseguente costruzione di un sé alternativo e/o ribelle in situazioni distanti dal contesto familiare).

Un’unica isola, di qualsiasi lunghezza, sulla linea della vita, soprattutto all’inizio della linea, rappresenta più che un periodo, un episodio specifico che condiziona il resto della vita o gran parte di essa. I significati sono molto simili a quelli descritti fino a qui, ma è possibile in questo caso concentrarsi sull’evento scatenante, che fra le cause più comuni che ho potuto riscontrare, può aver avuto origine da:
violenza,
abuso,
solitudine,
bullismo.
Inevitabilmente, configurazioni come queste appena descritte, causano un’erosione dell’autostima e dell’autoaffermazione, con tutta una serie di conseguenze sulla creazione di condizionamenti che non ci permettono di:
abbracciare alcune esperienze e/o credere che sia possibile modificare la nostra vita,
non sentirsi degni di provare felicità e temere che ci sia sempre la fregatura dietro l’angolo,
accontentarsi di qualcosa di mediocre sia a livello lavorativo che affettivo pensando sempre di essere immeritevoli o incapaci. Si crea quindi un blocco.
Perciò, quando mi si chiede: “mi vedi bloccata/o?” e trovo una di queste configurazioni, non posso che rispondere positivamente, ma l’indagine da fare sul motivo del blocco è molto più profonda, bisogna davvero andare a dipanare la propria vita, e per questo motivo solitamente consiglio di affidarsi a discipline che possano aiutare a risolvere questo tipo di problematiche, come può essere un percorso di psicoterapia, oltre a tutte le discipline olistiche ed esoteriche che permettano di lavorare sul self concept (l’immagine mentale di chi si è come persona, dei comportamenti, abilità e caratteristiche che rendono unici).
Sulla Linea del cuore
La linea del cuore rappresenta il modo in cui usiamo le nostre emozioni. Ho avuto modo di spiegarla spesso nei miei contenuti e di condividerne varie configurazioni anche nella guida per cercare le informazioni sull’amore nelle mani.
Quindi è bene ribadire che non si tratta della linea dell’amore.
La comparsa di isole e tracciati a catena, nel suo caso, può rappresentare un legame, una relazione, un rapporto platonico andati male, deludenti, che hanno portato sofferenza.
Ma non solo!
La linea registra tutto ciò che emotivamente ci ha fatto soffrire e, tramite la qualità del suo tracciato, ci fa capire quanto siamo emotivamente stabili, disponibili, capaci di impegnarci in una relazione oppure no, dandoci indizi sul fatto che sarebbe meglio occuparci di noi anziché incastrarci in relazioni che richiamano schemi poco sani e dai quali siamo condizionati (molto spesso inconsapevolmente).
Le isole si possono trovare a varie altezze, solitamente la loro comparsa è associata alla datazione che metto qui sotto, che è da considerarsi sempre approssimativa.

I tracciati a catena o sdoppiati possono comparire invece a qualsiasi altezza e sono più impattanti in quanto ledono proprio il funzionamento della linea.
I significati più comuni associati a queste configurazioni sulla linea del cuore sono i seguenti:
creare un muro, una barriera, barricarsi dietro un atteggiamento che non si lascia mai completamente scoprire emotivamente;
donarsi e poi frenarsi, mettendo in atto un atteggiamento ambiguo che io chiamo accendi/spegni, nel quale si lascia intravedere il fatto di voler costruire una relazione, ma ci si ferma per mancanza di solidità interiore o paura di perdere la propria libertà;
essere emotivamente non disponibile ad impegnarsi in una relazione a lungo termine a causa della paura di soffrire nuovamente; questo può derivare da isole che identificano:
un peso,
uno sfruttamento,
essere stati delusi profondamente, continuare a sentire la mancanza di ciò che poteva essere e non riuscire a immaginare qualcosa di diverso per sfiducia,
aver subìto un tradimento,
aver messo da parte i propri bisogni per far star bene l’altra persona.
Moltissime volte, le isole e i tracciati a catena che troviamo sulla linea del cuore, sono gli stessi che troviamo sulla linea della vita, andando a sottolineare il fatto che quell’evento specifico o quel periodo di tempo, hanno impattato non solo l’area della personalità ma anche quella della sfera emotiva.
Altrettante volte possiamo trovare le stesse isole e tracciati a catena riflessi
sulla Linea della testa.

In questo caso, la loro comparsa si associa a:
momenti o periodi nei quali manca la concentrazione o la chiarezza mentale, la capacità di avere un pensiero pulito e tempo per pensare o fare le cose senza ansia,
crollo mentale dovuto a stress, preoccupazioni ripetute, overthinking, sentirsi costantemente in pericolo, burnout,
periodi ansiosi o attacchi d’ansia,
mal di testa ripetuti, emicranie, cefalee,
difficoltà nel prendere una decisione importante a causa delle possibili conseguenze che ne derivano,
difficoltà nel rilassamento mentale con conseguenti disturbi del sonno,
malinconia, tristezza, crollo psicologico fino a sfociare in depressione.
Le mie isole
Ebbene sì, anche io possiedo qualche isola sparsa qua e là, e ringrazio le mie mani per essere un registro così preciso, puntuale e meticoloso, che mi ricorda sempre su cosa lavorare per restare in focus nel mio viaggio di guarigione interiore.
La prima isola che voglio mostrarti è questa che ho sulla linea della testa, con una datazione che va dai 13 ai 17 anni precisamente (questo lo so bene essendo la mia vita).

In quel periodo specifico, mi sono trasferita contro la mia volontà in Veneto dalla mia città natale, Roma. Non avevo amici, ero una persona molto introversa, quindi non era facile per me stringere alcun tipo di rapporto; mi sentivo profondamente sola, abbandonata e senza nessun tipo di guida, non mi piaceva ciò che stavo studiando, non mi piaceva la mia vita, non trovavo nessun senso nel continuare ad alzarmi la mattina e vivere qualcosa che non avevo assolutamente scelto.
Mi sentivo impotente perchè troppo piccola per poter fare qualsiasi cambiamento concreto, perciò accettavo passivamente.
Conseguentemente a questo stato d’animo, il mio corpo ha sviluppato una scoliosi, con la quale convivo ancora oggi, che è rientrata di parecchio rispetto a prima, ma che non mi lascerà mai.
Ho intrapreso anni di psicoterapia con EMDR, ho lottato molto per la mia salute mentale ma so che la causa scatenante è proprio quell’isola lì. Con la quale oggi ho imparato a fare pace.
La seconda isola che voglio farti vedere è questa sulla linea del cuore della mano destra.
La datazione si colloca 23 anni circa.

In quel periodo ero davvero smarrita emotivamente e mi agganciavo in maniera tossica alle persone, dipendendo completamente da loro per la mia felicità e validazione.
Ho perciò attirato una relazione davvero molto molto problematica che mi ha lasciato numerosi traumi. Riprendersi da questa relazione è stato particolarmente difficile e sfidante, e ciò che mi ha permesso di superarla davvero è stato capire per quale motivo io avessi attirato una persona così. La risposta era molto semplice e molto dolorosa: perché io ero così. Ho attirato una persona che rispondeva esattamente alla vibrazione che emanavo.
Ecco perché, se vogliamo relazioni sane, è particolarmente importante che lavoriamo sul self concept e sull’amore e il rispetto che proviamo per la nostra persona, prima di chiunque altro.
Che cosa puoi fare se hai scoperto di avere un’isola?
La cosa più intelligente ed immediata da fare è capire a cosa si possa riferire e tornare mentalmente a quel periodo o episodio, cercando di comprendere quanto e come ci abbia condizionati.
La mia esperienza con la chirologia mi ha insegnato che è possibile guarire dalle ferite del passato o perlomeno imparare a conviverci in maniera sana, evolvendo come persone migliori, affrontando le reali problematiche che scaturiscono dai traumi e dalle emozioni negative che abbiamo vissuto.
Quando iniziamo a prenderci la responsabilità di renderci consapevolmente persone in pace e felici, ci rendiamo conto che solo noi siamo in grado di creare una vita più felice e appagante, scegliendo ogni giorno di essere la versione migliore di noi stessi.
E questo non significa positivismo a tutti i costi, significa guardare in faccia i propri condizionamenti e porsi delle domande, continuamente, rispetto alle proprie reazioni automatiche.
Spero che questo articolo ti abbia ispirato a intraprendere e/o continuare il tuo viaggio di guarigione personale.
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